La scena del film resta impressa: un ragazzino davanti a una torta enorme, scura e quasi oppressiva, chiamata a finirla davanti alla scuola. Quella torta è diventata simbolo di golosità e di cioccolato allo stato puro. Qui non si cerca l’effetto scenografico: si ricostruisce una versione pratica e accessibile della torta Matilda, con una base umida e una glassa densa che ricorda la ganache. Il risultato punta su intensità e consistenza più che su decorazioni elaborate.
In termini concreti, la ricetta usa 180 g di farina 00, 200 g di zucchero semolato, 60 g di cacao amaro e una punta di bicarbonato e lievito; tra i liquidi compaiono 120 ml di latte vegetale e 60 ml di olio di semi. L’uso di acqua bollente è il dettaglio tecnico che intensifica l’aroma del cacao: scalda il composto e favorisce quella solubilità che definisce il gusto. È una preparazione che richiede strumenti semplici — una ciotola capiente o una planetaria o robot da cucina se preferite — e uno stampo a cerniera da 18 cm per ottenere l’altezza giusta.
Un dettaglio che molti sottovalutano: l’impasto risulterà piuttosto liquido dopo l’aggiunta dell’acqua calda, ma non va corretto con altra farina. Questo è il passaggio che regala al dolce la sua densità umida. La cottura si mantiene sui 175°C in modalità statica per circa 35–40 minuti; la classica prova dello stecchino rimane il metodo più affidabile per verificare il cuore della torta. Nel corso dell’anno questa formula si rivela pratica, sia per chi usa ingredienti vegetali sia per chi vuole una torta al cioccolato senza troppi fronzoli.
Come preparare la ganache e assemblare la torta
La glassa fa la differenza: per avvicinarsi al sapore della versione cinematografica serve un cioccolato fondente di qualità, preferibilmente al 70% o più, e una panna che permetta di ottenere una crema lucida. Tritate 300 g di cioccolato fondente e riscaldate 200 ml di panna vegetale insieme a 60 g di margarina. Versate la panna quasi a bollore sul cioccolato tritato e lasciate riposare un minuto prima di mescolare: così si ottiene una ganache liscia senza sforzare la spatola. Aggiungete 50 g di zucchero a velo setacciato se desiderate un tocco più dolce, poi lasciate intiepidire fino a consistenza spalmabile.
Per l’assemblaggio, aspettate che la torta sia completamente fredda. Tagliatela in due dischi con un coltello lungo e stabile: posizionate il primo disco, distribuite circa un terzo della crema e ricoprite con il secondo disco. Ricoprite i lati e la superficie con la restante ganache usando una spatola a gomito, creando un effetto volutamente rustico. Un aspetto tecnico non ovvio: lavorare la ganache quando è ancora troppo calda la rende fluida e scivolosa; se è troppo fredda, tende a creparsi. Alternare brevi pause di riposo e colpi leggeri con la spatola aiuta a ottenere una superficie uniforme.
Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la rapidità con cui la ganache si rassoda in ambienti freddi: tenete la torta a temperatura ambiente per almeno un’ora prima di servire, così i sapori si amalgamano e la consistenza diventa ideale per il taglio. Se serve accelerare, brevi intervalli in frigorifero possono aiutare, ma con attenzione per non indurire eccessivamente la crema.
Abbinamenti, origini e consigli pratici
La Torta Matilda trae identità da un romanzo e da un film: è la creazione letteraria di Roald Dahl e la scena che la rese celebre compare nell’adattamento cinematografico del 1996 diretto da Danny DeVito. Da allora è diventata un riferimento nella cultura pop per la torta al cioccolato “densa e intensa”. In cucina la regola è semplice: servire una fetta con un elemento che pulisca il palato. Un bicchiere di latte o una bevanda vegetale alla mandorla funzionano bene; per chi preferisce un abbinamento adulto, un goccio di rum ambrato o un espresso amaro tagliano la dolcezza della ganache in modo efficace. Evitate accostamenti eccessivamente dolci come passiti.
Un trucco di mestiere: sciogliere un cucchiaino di caffè solubile nell’acqua bollente prima di unirla all’impasto esalta il profilo aromatico senza conferire un gusto di caffè evidente. È un dettaglio che molti sottovalutano ma che cambia la profondità del cioccolato. Per conservare la torta, mantenetela in un contenitore ermetico a temperatura fresca: si conserva bene per 2–3 giorni, e anzi il sapore tende a maturare.
Infine, una considerazione pratica: la versione con ingredienti vegetali è perfettamente valida e si presta a varianti con noci o arancia candita nel ripieno. È una ricetta che mostra come pochi ingredienti e qualche attenzione tecnica possano restituire l’idea di una torta “definitiva” al cioccolato, una fetta che molti italiani riconoscono e che spesso torna sulle tavole nelle riunioni di famiglia.
